il piccolo Tommy...

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Bad.Angel.Amelie
icon12  view post Posted on 4/4/2006, 17:50




Come è potuta accadere una cosa simile....ora quel bambino ci guarda dall'alto...la sua vita gli è stata strappata troppo presto...

TGCOM:
Fu Mario Alessi a strangolare il piccolo Tommaso Onofri poco dopo il rapimento e, prima che le cose precipitassero, i rapitori avevano già scelto la località dove nascondere il bimbo e il riscatto da chiedere: 5 milioni di euro. Sono questi gli elementi che emergono dal verbale dell'interrogatorio dell'altro uomo arrestato, Salvatore Raimondi, la cui confessione ha portato alla soluzione del caso.

E' il Corriere della Sera a riportare i dettagli di quell'interrogatorio di sabato pomeriggio quando Raimondi, che fino a quel momento aveva negato qualsiasi coinvolgimento nella vicenda, è crollato. "Effettivamente l'ho prelevato quel bambino, l'ho fatto insieme ad Alessi Mario. E' stato lui a propormelo". Secondo Raimondi l'idea del piano è tutta frutto della mente di Alessi: "Lui mi ha detto che Paolo Onofri avrebbe potuto ricavare dal suo ufficio postale 5 milioni di euro. In un primo momento mi parlò di un milione di euro, in un secondo momento mi disse che si trattava di 5 milioni e che la mia parte sarebbe stata un milione".

Il gruppo aveva anche deciso il luogo del covo dove il bambino doveva essere custodito. "Avevamo fatto dei sopralluoghi prima del 2 marzo, sicuramente uno la sera prima del rapimento. Il luogo in cui lasciare Mario e il bambino lo avevamo deciso prima [...] Avevamo trovato un casale abbandonato in cui tenere il bambino". Il casolare si trovava a Selva di Cisterna, verso La Spezia.

Ma quella sera poi qualcosa va storto. Raimondi dice di non sapere nulla di quello che è accaduto perché subito dopo il rapimento se ne sarebbe andato. E' lo stesso Alessi a raccontargli l'imprevista svolta degli eventi. "Mario mi ha detto di averlo strangolato. Non so quando lo abbia fatto - racconta Raimondi al magistrato - io l'ultima volta che ho visto il bambino è stato quando ho lasciato Mario e la moglie al passaggio a livello vicino a Casaltone. Che aveva ucciso il bambino - continua - Mario me l'ha detto il giorno dopo che lo avevamo preso, dopo che in disparte aveva detto a me di dire ad Antonella che il bambino era caduto mentre lo portavo via con lo scooter. Non mi ha detto perché aveva strangolato il bambino".

ADN Kronos:
Parma, 3 apr . (Adnkronos/Ign) - Il piccolo Tommaso Onofri è morto un mese fa. Lo ha rivelato l'esame autoptico sul corpo del piccino effettuato questo pomeriggio dal direttore dell'Istituto di medicina legale dell'ospedale maggiore di Parma, Guglielmo Masotti, insieme al collega Nicola Cucurati e al consulente di parte Maria Francesca Bel Fante. ''Può essere stato ucciso circa un mese fa'', ha affermato Masotti. E già dall'analisi superficiale dello stato del corpo, infatti, il medico aveva avanzato l'ipotesi che la morte potesse risalire a 30 giorni fa. A conclusione dell'autopsia durata 5 ore e 30, Masotti ha dunque confermato questa possibilità. Per quanto riguarda lo stato in cui ha trovato il cadavere, ''era messo peggio - ha detto Masotti - di quanto me lo aspettassi''. Già questa mattina, infatti, aveva anticipato: ''E' stato un mese nella terra bagnata e umida, quindi è un corpo macerato". Per capire quale è stata la causa della morte del piccolo Tommaso - ha continuato Masotti - ''prima bisogna vedere la natura delle lesioni che ha il bambino'' dal momento che, ha spiegato in termini generali, esistono lesioni mortali o post mortem. Comunque le lesioni ''non sono tante''. Serviranno, dunque, ''esami isto-chimici ed endogeni''. In particolare, sono stati prelevati dei tessuti dai polmoni. Va verificato, infatti, se il piccolo sia stato strangolato. Il fatto che il piccolo Tommy sia stato ucciso con un colpo di pala alla testa, ''allo stato non è la prima opzione''. Di certo, ha riferito il medico, ''la polizia scientifica eseguirà altri sopralluoghi sul posto dove è stato trovato Tommaso''. Infine, rispetto all'eventualità che il bimbo sia stato colpito da un attacco epilettico mentre era nelle mani dei rapitori, Masotti ha spiegato che va verificata la presenza del medicinale nel corpo del bimbo. ''Gli esami ci diranno - ha detto - se è morto in carenza del medicinale''. Sul fronte delle indagini, Mario Alessi e Salvatore Raimondi risultano indagati anche per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Sono questi infatti i capi d'accusa formulati nei loro confronti, oltre a quello di concorso in sequestro a scopo d'estorsione già confermato il 1° aprile dai pm Lucia Musti e Pietro Errede. La conferma è arrivata oggi a Bologna durante la conferenza stampa che si è tenuta in Procura per fare il punto della situazione con gli inquirenti. Durante l'incontro con i cronisti, il coordinatore della Dda di Bologna Silverio Piro (che ha partecipato alla conferenza stampa insieme al procuratore capo di Bologna e coordinatore delle indagini Enrico Di Nicola e al pm della Procura di Parma Pietro Errede) ha definito il gruppo di rapitori ''una banda di sequestratori di livello infimo''. E ha riferito, senza fornire ulteriori dettagli, che nel corso delle 22 perquisizioni condotte dalle forze dell'ordine nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento del piccolo Tommaso Onofri è stata ritrovata una piantina che indicava il posto dove si sarebbe dovuto tenere in ostaggio il bambino e il luogo deputato per l'incasso dei soldi del riscatto.

Domenico Russello, il legale che difende Alessi (già stato condannato in primo e secondo grado a 6 anni di reclusione per avere violentato nell'estate del 2000 una ragazza di San Biagio Platani, Agrigento) nel processo per stupro che approderà in Corte di Cassazione, si è detto ''scosso da questa brutta vicenda''. L'avv. Russello ha ricordato che nel 2000 il giudice per le indagini preliminari di Agrigento Walter Carlisi aveva descritto Mario Alessi come una persona ''violenta e pericolosa'' ventilando la possibilità di una ''reiterazione del reato''. Il manovale ha scontato solo nove mesi di custodia cautelare, di cui cinque e mezzo in carcere e altri due e mezzo agli arresti domiciliari. Quindi, scaduti i termini e tenuto conto del trasferimento a Parma, ''il giudice gli concesse l'obbligo di dimora". Intanto, sempre sul fronte delle indagini, questa mattina Pasquale Barbera, il capomastro incaricato da Paolo Onofri dei lavori di ristrutturazione alla cascina di Casalbaroncolo, è stato iscritto sul registro degli indagati per favoreggiamento. Nei giorni scorsi l'uomo era stato più volte interrogato dagli inquirenti, che volevano verificare se poteva aver avuto un ruolo nel rapimento. Paolo Mingori, l'avvocato di Barbera, ai microfoni di Radio R101 ha intanto fatto sapere che il suo assistito ''si dice estraneo ai fatti criminali''. Oggi, durante la conferenza stampa, il procuratore capo di Bologna Enrico Di Nicola ha poi confermato la totale estraneità al sequestro del padre del bambino: ''Allo stato il signor Paolo Onofri non ha nulla a che fare con il rapimento del figlio''. E, ai cronisti che gli chiedevano perché fosse trascorso tanto tempo prima di far scattare il blitz delle forze dell'ordine che ha portato all'arresto dei rapitori, ha risposto: ''Me ne assumo ogni responsabilità''. Aggiungendo: ''Mi interessava molto la vita dell'ostaggio''. ''Il fatto della morte è il risultato più negativo che ci potesse essere'', ha spiegato il procuratore capo di Bologna, sottolineando appunto che il bambino era l'obiettivo prioritario delle indagini e che la speranza di ritrovarlo in vita è stata determinante per tutte le scelte investigative che sono state adottate. Mentre il coordinatore della Dda di Bologna Silverio Piro ha confermato che tra le intercettazioni telefoniche dei Ros una in particolare, quella del 31 marzo, ha lasciato presupporre che Tommaso potesse essere ancora vivo. Dai ''rumori di sottofondo'', infatti, si è potuta rilevare ''la presenza di un bambino nella casa di uno dei soggetti'' sul quale da tempo si appuntava l'attenzione degli inquirenti. Una ''circostanza - ha chiarito - che ci lasciava presumere la possibilità di trovarlo vivo''.

''In tanti anni d'esperienza non ho mai sentito una tale pressione mediatica su un caso'', ha poi affermato ancora Di Nicola. Aggiungendo: ''D'ora in avanti, se un pubblico ufficiale dovesse rivelare particolari di un'indagine saranno presi seri provvedimenti''. Di Nicola inoltre ha voluto ringraziare uno per uno gli investigatori di carabinieri e polizia che hanno preso parte alle indagini sul caso del sequestro, sottolineando il grande impegno delle forze dell'ordine e la loro partecipazione anche umana: ''Malgrado siano persone abituate - ha detto - hanno pianto insieme a noi''.

''Oggi - ha poi aggiunto - con rammarico dobbiamo dire che sentiamo questa sconfitta morale. Io la sento profondamente''.

Intanto, il ministro della Giustizia Roberto Castelli ha dato disposizione stamani al Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria affinché vengano assicurate misure di tutela straordinaria ai due responsabili della morte del piccolo. ''Perché - ha spiegato il Guardasigilli - credo che quei due avrebbero poche possibilità di sopravvivere in carcere''.
 
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